"Leggere insieme...ancora" con le streghe...

Giovedì sera il terzo incontro del gruppo Milano-Vimodrone che ha incontrato le streghe.
Marina, Lara, Ilaria, Maia, (io) e nonna Fanny, che...udite udite...abbiamo scoperto avere nome di battesimo Epifania. Meglio di così...
Ecco per voi il racconto di Marina, che ringrazio ancora per il favoloso contributo.
 
Sarà che le streghe non ci sono così simpatiche come i lupi, sarà che forse “Streghe non parlan di Streghe”, fatto sta che giovedì sera alla libreria “Librambini” di Vimodrone, senza pentoloni magici ma con una buonissima torta pre-natalizia, la pila di libri da condividere era un po’ più bassa del solito.
Per affrontare un tema un po’ spiazzante, quello di una figura da sempre presente nel mito e nella tradizione europea ma con tante varianti, è stato utile leggere le paginette a lei dedicate nel “Dizionario della Fiaba” di Teresa Buongiorno.
E’ emersa subito una figura terrificante, quella che prende origine dal termine Strix, uccello notturno di cattivo auspicio che si nutriva di sangue e carne umana e che evolve poi nella figura della Strega, creatura soprannaturale a metà fra l'uccello rapace avido del sangue dei neonati e la donna malefica capace di assumerne la forma al calar del sole.
Davvero raccapricciante.
Per esorcizzare questa figura molto dark, abbiamo scoperto che nella letteratura d’infanzia contemporanea, la strega viene smitizzata e così come il lupo dei bimbi moderni diventa mansueto, così la figura della strega diventa buona, buffa  e pure pasticciona.
Abbiamo allora conosciuto “La Strega Rossella” di Julia Donaldson. Tra rime baciate e personaggi che aiutano la strega distratta a ritrovare accessori perduti durante i suoi voli, si scopre il valore dell’amicizia e della condivisione.
Abbiamo anche riso con la Strega Sgranocchia ne “Una zuppa al cento per cento stregadi Le Huche Magali, un inno ai sani ingredienti in una fiaba moderna che capovolge i cliché delle favole. Dagli orti dei noti Cappuccetto Rosso, Orco e Pollicino la Strega Sgranocchia ruba ingredienti d.o.c. (a kilometro zero e sicuramente bio!) che trasformeranno la zuppa in un piatto succulento, capace di trasformare la realtà al punto che il Principe Azzurro vedrà nella strega l’affascinante donna della sua vita.
Non troppo convinte però di questo eccessivo buonismo che a volte spiazza facendo perdere l’importanza di ruoli decisi di riferimento nel mondo bambino, siamo ritornate sui classici, leggendo qualche pagina di una delle versioni delle fiabe che vedono protagoniste la Baba Jaga, una vecchia strega della tradizione slava che vive in una capanna sopraelevata appoggiata su due zampe di gallina.
Nella fiaba “Le oche-cigno” vengono narrate le imprese di due fratellini per sfuggire alla Baba-Jaga e alle sue oche-cigno, aiutanti pennuti al servizio della strega. Atmosfere più cupe che trasmettono però altri valori fondamentali e universali, quelli della casa, della famiglia e dell’importanza di un luogo sicuro.
Luogo sicuro che sembra svanire invece per la piccola Anna per la quale, dovendo convivere con una “strega interiore”, qualsiasi posto o situazione possono da un momento all’altro deformarsi e incutere paura o profonda insicurezza.
Non è detto infatti che le streghe debbano per forza vivere in antri oscuri o in case in mezzo al bosco. Ne “La Strega dentro di me” , primo libro di Giovanna Calvino, si dà voce a una strega impertinente che abita dentro una bambina, e che invece di dedicarsi a intrugli e pozioni si impunta a metterle mille paure. E’ una strega tecnologica e pestifera ma che per fortuna ha un punto debole… sarà la sua golosità o la volontà di Anna di raccontarsi e di affrontare le sue paure a renderla piccina piccina fino a farla scomparire?
Un libro che ci è piaciuto e che ci ha fatto riflettere un po’ fino a prendere coscienza del fatto che i mostri che ci fanno paura e le voci che sentiamo nella testa non sono altro che i nostri pensieri, ma basta poco perché diventino belli.
Dopo tante parole, ecco che è saltato fuori un libro che di parole non ne ha proprio bisogno, un silent book che attraverso le illustrazioni comunica più di mille parole. Un libro che va oltre.
Oltre l’Albero” di Mandana Salat ha riscosso talmente successo che è impossibile non darne un’idea più precisa. Impossibile non cercare di condividerne l’emozione.
E’ un libro che sembra fatto di poco. Ma a volte i messaggi più belli non hanno proprio bisogno di nulla di più.
Poche pagine, poche parole (ebbene si, si scopre che 3 ce ne sono, ma che parole…)
Poche linee per tratteggiare un bosco. E poi un albero ai piedi di una collina. E poi la collina. E poi una casetta in cima alla collina.
Con una finestra illuminata. Di giallo. E il giallo è il primo colore che compare, in una storia in cui anche la bambina protagonista è disegnata con pochissimi tratti in bianco e nero.
Pochi tratti per rappresentare la spensieratezza e la curiosità di chi si alza in punta di piedi per sbirciare attraverso la finestra.
E allora compare Lei, una vecchina (una Strega?!) che occupa inaspettatamente e coloratamente due pagine. Naso adunco, schiena curva, mani dalle dita nodose e dalle lunghe unghie bianche… colori accesi e cupi. Una tavola che da sola può essere un’opera d’arte. Immensamente contrastante con le pagine precedenti, così esili e stilizzate. Fermo immagine. Fiato sospeso.
E poi si gira pagina. Ritorna lo stile minimale. Ed è corsa in discesa con i sottili cappelli al vento. E sembra di sentire un urlo sordo lungo la linea nera che porta fino all’albero dietro cui la piccola protagonista si nasconde.
E poi la luce gialla si spegne. Con il suo occhio spalancato, la sagoma nascosta da una lunga tunica nera,  la strega scende cupa lungo il fianco della collina, lentamente, verso la bambina dai capelli tremanti.
Immagine potente, che fa presagire un finale tetro.
Nell’immobilità, ci si aspetta l’azione successiva. Ineluttabile.
Ma si volta la pagina e la vecchina è improvvisamente sdraiata con la gobba appoggiata dalla parte dell’albero opposta alla bambina ,che si alza e non sa se scappare. Gli occhi della strega sono chiusi, forse è il momento buono per andarsene ma….
Gli occhi della Strega si aprono, la bocca si socchiude e…
Meraviglia. Dalle labbra sottili esce l’unica frase del libro: “C’era una volta”.. un sospiro appena sussurrato, perfettamente reso nella grafica obliqua. Un incipit potente che trasforma la paura in attesa . E, piano, inizia così una storia nella storia.
E allora  torna il colore che si materializza in un drago paffuto, dettagliatissimo, giocoso e pacioso. Ecco che la bambina si fa stupore. Ecco che la coda del drago si fa scaletta. Ecco che la paura si è definitivamente trasformata in gioia e festa.

La Strega, apparentemente addormentata, arretra nella scena e quasi scompare, come ogni vero narratore sa fare fino a quando…
Fino a quando la storia  finisce e viene risucchiata tra le labbra della vecchina-cantastorie. La bambina è felice e saluta con un sorriso il compagno di avventure.
E si gira la pagina. Ed è l’ultima pagina.

La bambina e la vecchina sono sedute una accanto all’altra nel paesaggio immutato iniziale, entrambe appoggiate al tronco dell’albero, testimone silenzioso dell’accaduto.
La scena torna in bianco e nero. Ma nulla è più uguale a prima: un leggero rossore compare sulle guance dei due personaggi.  I loro sguardi, fino a quel momento chiusi o spalancati e comunque sfuggenti, si incrociano e si sorridono.
Il muro della Paura è caduto.
Tra le pagine delicate e intense, così vuote e cosi piene, la Strega si è fatta  rappresentazione ancestrale della Paura, della Diffidenza e della Differenza.
E il Racconto, la Narrazione, si sono trasformati nel mezzo potente per andare oltre, per sconfiggere in modo creativo e costruttivo barriere e stereotipi.
Non si può negare. Ci siamo tutte innamorate di questa piccola e potente storia, che non ha avuto bisogno di pozioni ripugnanti né di formule magiche per salire al top della classifica della serata.
Ci piace allora l’idea di considerarla una bella  anticipazione del prossimo incontro, dove i Silent Book saranno gli indiscussi protagonisti. Nell’atmosfera pre-natalizia, saranno il giusto ingrediente per portare Poesia e Meraviglia!

Ci vediamo il prossimo 11 dicembre, sempre alle 21,00.

 

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