Quando mancano le parole - Il viaggio... II puntata

Come promesso...ecco la seconda parte del racconto di Marina della nostra serata dicembrina con i Silent.

- Béatrice Rodriguez è anche autrice di un terzo buffissimo Silent, “Il Bradipo Dormiglione”, stesso formato più piccolo di un A4, lettura orizzontale.

I protagonisti sono 4 amici animali che vivono in una foresta tropicale. L’illustratore Ronan Badel ancora una volta riempie le pagine di tantissimi particolari e riesce ad umanizzare i personaggi: un bradipo-che-più-dormiglione-non-si-può è un pigro vero, di quelli che non solo si appisolano con gusto prolungato, ma anche uno di quelli che fanno di questa attività l’occupazione principale, perpetrata anche in condizioni davvero avverse; gli amici del cuore: Serpente, Tucano, Ranocchio sono davvero leali e coraggiosi, soprattutto Serpente che decide di lanciarsi in uno spericolato viaggio per riportare a casa il Bradipo addormentato quando l’albero su cui tutti loro vivono viene drammaticamente abbattuto.
Il finale è lieto, ma non si festeggia troppo ad alta voce per non svegliare chi vuole, ebbene si, ancora dormire…
Pagine verdi, ricche di humor e di un pizzico di ecologia.
Se in questo Silent, la Rodriguez e l’illustratore Badel sono stati capaci di trasportarci dall’altra parte dell’oceano e di farci immergere in un mondo tropicale, altri autori fanno del Viaggio e della scoperta di Luoghi (reali e immaginati) il loro filo conduttore: “Viaggio” di Aaron Becker, “Il Libro Rosso” di Barbara Lehman, “Floatsam” di David Wiesner sono tre capolavori da non perdere.
 
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In “Viaggio” Aaron Becker che, non dimentichiamo, è già illustratore per Disney e Pixar, dedica tavole delicate, colorate, immagnifiche, al viaggio fuori dalla quotidianità che, spesso, per una ragazzina è molto mooolto grigia.
E infatti il colore che caratterizza le prime pagine è proprio il grigio, un quasi bianco e nero che racconta il mondo di una bambina annoiata, con l’eccezione di alcuni oggetti colorati che si caricano di possibilità nascoste (un aquilone, una palla, un monopattino..)
Il mondo quotidiano della protagonista è fatto di compresenze sempre prese da altro, con lo sguardo fisso su un computer, su un cellulare o sui fornelli della cucina; persone che dovrebbero essere a lei vicine ma che, chiuse nelle loro incombenze, le negano l’apertura e il dialogo.
Per fortuna tra quegli oggetti colmi di possibilità c’è un piccolo gessetto rosso che si trasformerà in una sorta di bacchetta magica, capace di aprire una porta e di far accedere la bambina a un mondo altro.
Impossibile non pensare alla matita dell’Orso in “Orsetto e Matita” di Anthony Browne edito da Einaudi, dove il potere dell’immaginazione prende forma attraverso il tratto grafico, che permette al protagonista di trovare soluzioni inaspettate anche alle situazioni più complicate.
Aaron Becker utilizza lo stesso escamotage: basta un  gesso colorato e una bambina con la voglia di continuare a viaggiare con l’immaginazione ed ecco che tutto è possibile, tutto può essere creato.
E allora, l’autore illustratore cambia decisamente registro e le tavole si fanno colore e grandi paesaggi che prendono lo spazio di intere pagine.
La protagonista entra in un mondo incantato dominato da paesaggi capaci di togliere il fiato, che siano un’immensa foresta o un’esotica città fortificata percorsa da incredibili vie d’acqua, visti dal basso con lo stupore di chi scopre una realtà insospettabile ed enorme o a volo d’uccello mentre prova il brivido della scoperta. Il nuovo mondo della protagonista si trasforma in un continuo di paesaggi naturali ed urbani, di strutture architettoniche (con richiami identificabili in paesaggi davvero noti) e di avventure in mondi sconosciuti, in cui nulla si dà per scontato e in cui le possibilità sono sempre nuove, creative e stupefacenti.
La particolarità e delicatezza di Becker sta nel non entrare nel dettaglio dei volti e delle espressioni, ma di lasciare spazio al paesaggio, al Magnifico, allo Stupore. Quasi come se ciò che veramente importa in questa storia non è tanto chi sia il viaggiatore, ma il viaggio che ognuno di noi fa tra queste pagine.
Il fatto di potersi muovere con libertà non impedisce alla ragazzina di osservare con occhi curiosi quel che la circonda e d’intervenire rischiando in prima persona per aiutare chi è più debole di lei. La sua generosità e il suo coraggio non rimarranno fini a se stessi ma costituiranno lo spunto per una svolta importante nel percorso del suo viaggio.

La storia, narrata con delicatezza, parla di sentimenti, della noia che può essere vinta grazie all’immaginazione, della meraviglia, ma mostra anche la vanità e la crudeltà che caratterizzano alcune persone e la necessità di affrontarle con coraggio. Parla di scelte e delle ricchezze che possono donare i rapporti con gli altri e si chiude con la proposta di una nuova sfida, che il lettore potrà sognare lungo le pagine di Quest, seconda puntata – non ancora edita -  di quella che si rivela essere una Trilogia.
 
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Ed è un altro oggetto rosso che, in un altro capolavoro della letteratura senza parole, si trasforma in elemento magico capace di aprire le porte a nuovi mondi e nuovi orizzonti di conoscenza e immaginazione.
Ne “Il Libro Rosso” di Barbara Lehman, un bambino in una citta del Nord del mondo trova un libro rosso per la strada. Arrivato a scuola, comincia a sfogliarlo. Man mano un’immagine si fa più precisa: sulla spiaggia di un’isola del Sud un bambino ha trovato un libro rosso. In un doppio gioco di specchi, il lettore si trova a precipitare letteralmente dentro al libro e alla storia insieme al protagonista e, come in un tuffo all’ingiù, come in un gioco di scatole cinesi, si aprono inaspettati orizzonti. I due bambini viaggiano in un’altra parte del mondo attraverso carte e immagini, e in zoom progressivi si scoprono a vicenda e si sorridono. Al termine delle lezioni il bambino della città del Nord compera un grappolo di palloncini multicolori e si fa trasportare dal suo nuovo amico: le distanze si annullano. Ma durante il volo il libro rosso cade: un altro bambino lo troverà, lo sfoglierà e la storia potrà ricominciare. Il Libro Rosso è una storia splendida, resa con nitide, facili ma non scontate illustrazioni ad acquerello e inchiostro.
È un libro sulla lettura, sul desiderio di apprendere, sulla fantasia, sulla diversità, sul mondo.
Non è un caso che l’editore americano che ha per primo pubblicato questo albo è lo stesso di Flotsam, di David Wiesner (Clarion books, 2006) in cui il viaggio dell’immaginazione non passa più attraverso il medium di un libro ma passa attraverso una vecchia macchina fotografica e alle figure che compaiono dalla pellicola.


 
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In Floatsam l’illustratore David Wiesner è capace di dare vita a mondi fantastici collocati nelle profondità marine o poco più su. Il formato orizzontale è prediletto, insieme all’uso di colori acquarellati che, se nel paesaggio fuori dal mare sono piuttosto chiari e sfumati, quasi con un retro color seppia, nel paesaggio sottomarino diventano vividi e precisi, rendendo l’immaginario davvero reale.
La storia inizia con l’immagine di un ragazzino sulla spiaggia, dallo spirito piuttosto curioso e scientifico, visto che ha portato con sé lenti di ingrandimento e un microscopio. La bravura di Wiesner sta nel cambiare continuamente punto di osservazione, facendo entrare il lettore nella scena offrendogli diversi punti di vista… ed ecco allora che ci troviamo faccia a faccia con un enorme granchio che scopriamo non essere sulla sabbia ma appoggiato sul palmo della mano del ragazzino, mentre un occhio enorme – celato dietro a una grossa lente – osserva scrupolosamente i suoi piccoli occhi crostacei.
Quando il ragazzino abbandona le sue osservazioni e si avvicina all’acqua (cambio improvviso di inquadratura), una grossa onda lo prende alla sprovvista, buttandolo a terra. Rialzandosi, vede che il mare ha lasciato sulla sabbia una vecchia macchina fotografica.

Essendo un ragazzino sveglio, la porta subito dal fotografo per far sviluppare il rullino che ha trovato al suo interno e allo stesso tempo per metterne uno nuovo. L’impazienza del ragazzino è resa dalla sequenza di scene piccole, come a scandire il tempo che passa (o che non passa).
Le fotografie che finalmente sono consegnate alla curiosità del ragazzino rappresentano immagini vivide e dettagliatissime. Nel libro, occupano una o due pagine, immergendo il lettore in veri e propri quadri, storie nelle storie.
Sfogliando le foto, si scoprono pesci meccanici, piovre sedute in poltrona che leggono storie ai figlioletti, piccoli alieni subacquei, un pesce-palla-mongolfiera, gigantesche stelle marine con vere e proprie isole sulle loro schiene a testuggini enormi che trasportano sul loro guscio intere città fatte di conchiglie.

L’ultima fotografia ritrae una ragazza, che tiene in mano una foto che ritrae un ragazzo, che tiene in mano una foto che ritrae una ragazza e così via, in un gioco quasi Escheriano.
Il ragazzino prende ovviamente il suo microscopio e, come in un gioco di matrioske, risale alla prima foto originale color seppia, che ritrae un bimbo con vestiti e con uno sfondo da primi Novecento, in una carrellata di ritratti di chi, di volta in volta, ha casualmente (ma non troppo) trovato la macchina fotografica su una spiaggia…
Il ragazzino ora sa cosa deve fare. Si fa un autoscatto tenendo in mano la fotografia della ragazza che tiene in mano a sua volta una foto e lancia quindi la macchina fotografica nel mare. Da lì parte un nuovo viaggio, seguito questa volta solo dagli occhi del lettore che diventa lo spettatore del passaggio dell’oggetto-macchina-del-tempo da una creatura marina all’altra e del ritrovamento successivo, quando la macchina fotografica approda su un’altra spiaggia dove una nuova ragazzina sembra quasi aspettarla.
La grandezza di questa opera sta nella capacità dell’autore-illustratore di rendere estremamene vivido il contrasto tra sopra e sotto, reale e immaginario. Nella sua capacità di offrire sul palmo della mano l’idea di un mondo nascosto esattamente li, a pochi passi da noi. Nella sua idea geniale di una catena di foto che permette di andare indietro nel tempo, trasformando il ragazzino (ognuno di noi!) in  un tassello all’interno di una storia più grande fatta di tante altre persone e luoghi.. un bel messaggio di appartenenza: ognuno di noi fa parte di una Grande Storia e per una volta, in una società del consumo che accorcia la vita delle cose, si ridà valore all’Oggetto in sé che, con un po’ di immaginazione, può farsi portatore di altrettante piccole e grandi ma sicuramente magnifiche storie.
 
Da non perdere il trailer di Youtbe:
 

(Di David Wiesner non può essere perso nessuno dei suoi lavori:
-         Free Fall, il primo della sua serie di albi senza parole e vincitore della sua prima medaglia Caldecott
-         Tuesday, surreale e notturno e ricco di humor, esiste ancheil trailer su youtube, spassosissimo
-         Sector 7, pubblicato in Italia da Punto di Incontro
-         Mr.Wuffles, pubblicato nel 2013 e arrivato da pochissimo in Italia con il titolo “Mr. Ubik” edito da Orecchio Acerbo )
 
(continua…)

 

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